L’intervista al giornalista ed ex direttore di La Repubblica e La Stampa, Mario Calabresi realizzata durante il convegno di Crescere tra le righe dell’edizione del 2013.

D: Direttore Calabresi, qual è il messaggio che lasci ai ragazzi di Bagnaia?

R: Di non credere che il giornalismo sia qualcosa senza sostanza, di superficie, che si può fare in un attimo. Il giornalismo è questione di qualità, il giornalismo deve essere qualche cosa che con metodo, lavoro, impegno, approfondimento è capace è capace di fare la differenza ed è capace di spiegare la complessità del mondo in cui viviamo.

D: La qualità è quindi quella chiave di volta per il futuro del giornalismo e ciò che può mettere a tacere tutte le polemiche di oggi sul giornalismo?

R: La qualità è l’unica cosa che conta. È fondamentale cioè la qualità dei contenuti. Noi ci preoccupiamo oggi, dibattiamo tantissimo di tutti i supporti delle tecnologie, che tecnologie usare, ma il problema poi è che cosa metterci dentro a queste tecnologie, perché altrimenti rimangono dei gusci vuoti, delle scatole senza senso. Quindi quello su cui bisogna lavorare è fare dei contenuti di qualità e dei contenuti di senso di cui le persone capiscano il valore.

D: Il progetto di Andrea Ceccherini e dell’Osservatorio in questo senso può aiutare?

R: Ma certo che può aiutare può aiutare, nella misura in cui si preoccupa di indicare in che modo il giornalismo può fare la differenza.

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