L’intervista all’ex consigliere delegato Intesa Sanpaolo, realizzata durante il convegno di Crescere tra le righe dell’edizione del 2013.

D: Dottor Cucchiani, quale messaggio vuole mandare ai giovani attraverso questa Bagnaia 2013?

R: Io credo che il messaggio che più mi sta a cuore è che in un momento molto difficile per il nostro paese, caratterizzato da un tasso di disoccupazione al 38% – disoccupazione giovanile –, dobbiamo pensare che il mondo è pieno di opportunità, è ricco di opportunità. Allora i nostri giovani devono costruirsi queste opportunità, imparare a capire che ci sono nel mondo; mentre noi viviamo in un paese e un continente in contrazione con un PIL in crescita e quindi con un’opportunità di lavoro in diminuzione, il resto del mondo sta crescendo, si sta sviluppando. Allora non limitiamo il nostro orizzonte alla nostra città, alla nostra provincia, alla nostra regione, al nostro paese e neanche al nostro continente; cerchiamo di andare al di là. E quindi per fare questo occorrono menti senza frontiere per diventare veramente cittadini del mondo. Questo per me è il messaggio fondamentale.

D: Ha duettato con i giovani tra l’altro, gli ha tenuto testa. Che atmosfera ha trovato?

R: Direi molto positiva. Io apprezzo molto quando ho l’opportunità di stare con i giovani, ne ricavo energia. Ed è molto importante sentire anche quello che loro sentono, e anche le critiche, perché quello che capita a tutti noi è che alla fine ci convinciamo di essere sempre nel giusto e di fare le cose giuste, e invece è bene confrontarsi con chi vede il mondo con occhi diversi, con occhi nuovi, da un’altra prospettiva: questo permette a noi di riflettere su quello che stiamo facendo, ma ci dà anche la possibilità, quando ci sono delle incomprensioni, di spiegare anche alcune cose che magari dall’esterno possono essere male interpretate.

D: A proposito del confronto le chiedo un’ultima battuta sul progetto dell’Osservatorio: serve anche questo per far diventar i giovani un po’ più “open minded” come diceva?

R: Secondo me è straordinario, un progetto assolutamente straordinario portare i giovani all’abitudine a confrontarsi con le informazioni. Che poi fra l’altro l’informazione diventa sempre di meno una cosa passiva che viene recepita; diventiamo noi stessi parte attiva nella definizione dell’informazione. Questo è un modo per avere una consapevolezza maggiore di quello che sta intorno a noi, ci dà la possibilità di interagire con quello che sta intorno a noi in modo molto più efficace e ci aiuta a crescere.

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