Il Professor Alberto Banfi, Professore ordinario di economia degli intermediari finanziari nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presenta il tema dell’intelligenza artificiale.

Quando si parla di intelligenza artificiale si fa riferimento a una branca dell’informatica, perché siamo comunque in quell’ambito, in quel settore. Ma in che cosa consiste questa attività legata all’informatica? Consiste nel creare dei software, degli hardware capaci di generare in un elaboratore tutta una serie di prestazioni che vanno a simulare – se non addirittura a essere apparentemente identiche – quelle dell’agire umano. Quindi in sostanza bisogna fare in modo che una macchina, un elaboratore, cominci a pensare, ad agire come se fosse un essere umano.

Evidentemente è una cosa molto complessa perché bisogna prima immaginare quali sono le relazioni – come cioè un uomo si deve muovere in una certa situazione – e poi trasferire tutto questo all’interno di un elaboratore.

Solitamente ci sono due strade. Da un lato bisogna fare in modo che l’elaboratore agisca come un essere umano, cioè se un essere umano deve fare una cosa l’elaboratore deve essere in grado di fare la stessa identica cosa. Ma non è solo l’agire l’ambito dell’intelligenza artificiale, ovvero c’è anche il pensare; quindi se un uomo pensa in un modo perché ha un problema da risolvere bisogna creare attraverso l’intelligenza artificiale un sistema evidentemente alquanto elaborato e complicato che fa in modo che la macchina di fronte a un problema usi la stessa modalità per risolvere quel problema. Dunque agire e pensare ma in modo razionale, perché l’essere umano di fronte a dei problemi deve il più possibile agire in modo razionale; e lo stesso deve fare anche la macchina, perciò ci si può rendere conto di come sia un’attività estremamente complessa.

Ma quali sono le applicazioni più note, più importanti dell’intelligenza artificiale? Ad esempio, in ambito economico si tratta di far fare a questo elaboratore tutta una serie di elaborazioni tali che sono di aiuto. Così, nel marketing, nelle vendite, questi elaboratori riescono a comprendere attraverso software ecc. certi comportamenti e non fanno poi altro che dare risposte che aiutano le aziende interessate a vendere di più, a tracciare meglio la propria clientela. Altre applicazioni si hanno nel mondo della sanità, di natura predittiva: ci sono macchine che vedono certi esami e automaticamente riescono a dare risposte coerenti con questi esami. Un terzo esempio riguarda il settore della sicurezza informatica, il settore ad esempio del riconoscimento facciale: in questo modo alcune attività possono essere svolte in modo più razionale come se le macchine fossero degli uomini ma guardando esattamente quello che sta succedendo; sono perciò in grado di fornire risposte più dirette, più immediate.

C’è un problema: questi lavori vengono spinti molto in avanti, per cui potremmo avere anche delle situazioni dove a un certo punto la macchina potrebbe agire troppo autonomamente rispetto all’input umano. Questa è la nuova frontiera della scienza nell’intelligenza artificiale.

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Young Factor

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